Nuova Riveduta:

Giobbe 4:18

Ecco, Dio non si fida dei suoi servi,
e trova difetti nei suoi angeli;

C.E.I.:

Giobbe 4:18

Ecco, dei suoi servi egli non si fida
e ai suoi angeli imputa difetti;

Nuova Diodati:

Giobbe 4:18

Ecco, egli non si fida neppure dei suoi servi, e riscontra difetti persino nei suoi angeli;

Riveduta 2020:

Giobbe 4:18

Ecco, Iddio non si fida dei suoi servi, e trova difetti nei suoi angeli;

La Parola è Vita:

Giobbe 4:18

Non ci sono versetti che hanno questo riferimento.

La Parola è Vita
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Riveduta:

Giobbe 4:18

Ecco, Iddio non si fida de' suoi propri servi, e trova difetti nei suoi angeli;

Ricciotti:

Giobbe 4:18

Ecco, quei che lo servono non sono stimati [puri], e negli angeli suoi trova manchevolezza:

Tintori:

Giobbe 4:18

Ecco, quelli che a lui servono non sono stabili, ed ha trovato anche negli angeli suoi dei difetti:

Martini:

Giobbe 4:18

Ecco che quelli che a lui servono non hanno stabilità, e negli Angeli suoi trova egli difetto.

Diodati:

Giobbe 4:18

Ecco, egli non si fida ne' suoi servitori, E scorge della temerità ne' suoi Angeli.

Commentario abbreviato:

Giobbe 4:18

12 Versetti 12-21

Elifaz racconta una visione. Quando siamo in comunione con il nostro cuore e siamo fermi, Sal 4:4, allora è il momento in cui lo Spirito Santo si mette in comunione con noi. Questa visione lo mise in grande paura. Da quando l'uomo ha peccato, è stato terribile per lui ricevere comunicazioni dal cielo, consapevole di non potersi aspettare alcuna buona novella da lì. Uomo peccatore! Pretenderà forse di essere più giusto, più puro di Dio, che essendo il suo Creatore, è il suo Signore e Proprietario? Quanto sono terribili l'orgoglio e la presunzione dell'uomo! Quanto è grande la pazienza di Dio! Guardate l'uomo nella sua vita. Le fondamenta stesse della casa di argilla in cui l'uomo abita sono nella polvere e affonderanno con il loro stesso peso. Noi non siamo che sulla polvere. Alcuni hanno un cumulo di polvere più alto di altri, ma è comunque la terra che ci tiene in piedi e presto ci inghiottirà. L'uomo viene presto schiacciato; o se qualche malanno persistente, che consuma come una falena, viene mandato per distruggerlo, non può resistere. Può una creatura del genere pretendere di incolpare gli appuntamenti di Dio? Guardate l'uomo nella sua morte. La vita è breve e in poco tempo l'uomo viene tagliato fuori. La bellezza, la forza, il sapere, non solo non li mettono al riparo dalla morte, ma muoiono con loro; né il loro sfarzo, la loro ricchezza o il loro potere continueranno dopo di loro. Una creatura debole, peccatrice e morente può forse pretendere di essere più giusta di Dio e più pura del suo Creatore? No: invece di litigare con le sue afflizioni, si meravigli di essere uscito dall'inferno. Può un uomo essere purificato senza il suo Creatore? Dio giustificherà i mortali peccatori e li libererà dalla colpa o lo farà senza che essi abbiano un interesse nella giustizia e nell'aiuto benevolo del loro promesso Redentore, quando gli angeli, un tempo spiriti servitori davanti al suo trono, riceveranno la giusta ricompensa dei loro peccati? Nonostante l'apparente impunità degli uomini per un breve periodo di tempo, pur vivendo senza Dio nel mondo, il loro destino è certo come quello degli angeli caduti, e li sta continuamente travolgendo. Tuttavia, i peccatori incuranti se ne accorgono così poco che non si aspettano il cambiamento, né sono saggi nel considerare la loro ultima fine.

Riferimenti incrociati:

Giobbe 4:18

Giob 15:15,16; 25:5,6; Sal 103:20,21; 104:4; Is 6:2,3
2P 2:4; Giuda 1:6

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